Filosofie ellenistiche: stoicismo, epicureismo, scetticismo

Filosofie ellenistiche: stoicismo, epicureismo, scetticismo

Epicureismo

La filosofia epicurea si basa sul pensiero di Epicuro. Essa tratta principalmente della ricerca della felicità, concentrandosi soprattutto sull’etica, ma anche sulla logica e sulla fisica.

Etica

Quella di Epicuro è l’etica edonistica per eccellenza, un’etica, cioè, basata sul concetto di piacere.

Epicuro stila una gerarchia dei piaceri in cui il sommo piacere è dato dalla combinazione di aponia, ossia assenza di dolore fisico ed atarassia, cioè assenza di dolore psicologico. Questo tipo di piacere è un piacere catastematico, cioè durevole, che porta ad una serenità costante.

Esso si raggiunge tentando di accontentarsi della propria vita, gioendo per ciò che si ha e scegliendo con attenzione i propri desideri, che Epicuro classifica mostrandoci quali, nella ricerca del piacere catastematico, debbano essere prioritari e quali, invece, trascurabili:

  1. Bisogni naturali e necessari – ad esempio mangiare e bere. Essi vanno sempre assecondati, in quanto portano a grande soddisfazione e sono cruciali per il mantenimento dell’aponia (difficile mantenere un corpo sano senza mangiare, bere e dormire!)
  2. Bisogni naturali, ma non necessari – ad esempio mangiare e bere qualcosa in particolare. Vanno soddisfatti solo talvolta, perché sono soddisfacenti solo in parte: soddisfano il mio bisogno naturale, ma allo stesso tempo mi invogliano a desiderare cose sempre più ricercate;
  3. Bisogni innaturali e non necessari – ad esempio la ricchezza, il potere, la fama. Essi vanno rigettati, in quanto non portano niente di positivo e crescono sempre di più, senza trovare soddisfazione. Si limitano a turbare l’animo e ad impedire l’atarassia.

In generale, si può valutare quanto un piacere sia buono giudicandone l’autarchia (di quanto ha bisogno per essere soddisfatto?) e l’assolutezza (aumenta o diminuisce nel tempo?). Non a caso il piacere catastematico è completamente autarchico e assoluto.

Un altro argomento trattato da Epicuro è quello della paura. La paura è ovviamente da evitare, in quanto provoca turbamenti nell’animo. Secondo Epicuro, tramite la filosofia è possibile sconfiggere le paure dell’uomo. In particolare, egli fornisce un tetrafarmaco (o quadrifarmaco): le soluzioni alle quattro paure principali dell’uomo.

  • Paura degli dei -> Gli dei sono perfetti, non vogliono contaminarsi occupandosi degli affari degli uomini, né tanto meno offrire loro premi o punizioni.
  • Paura della morte -> Se ci siamo non c’è la morte, se c’è la morte non ci siamo noi.
  • Paura dell’assenza di piacere -> Seguendo la filosofia epicurea è facile raggiungere il piacere.
  • Paura del dolore -> Se è lieve, allora è tollerabile; se è forte, allora è anche breve perché porta alla morte.
Fisica

Similmente a quella democritea, la fisica epicurea fa uso del concetto di atomo, a cui affianca quello di vuoto. La presenza del vuoto è fondamentale per spiegare una caratteristica che Epicuro attribuisce agli atomi: sono strutturalmente dotati di moto. Essi si muovono verticalmente, dall’alto verso il basso. Tuttavia, possono effettuare delle deviazioni casuali, il clinàmen, che portano gli atomi a scontrarsi tra loro dando vita agli oggetti del mondo. Ogni cosa è formata da atomi quindi, perfino l’anima e gli dei.

Logica

Anche Epicuro è un empirista convinto. Sostiene infatti che lo strumento principale della conoscenza sia la sensazione, che è al contempo criterio di verità, in quanto sempre vera ed oggettiva. La sensazione è data dall’incontro di effluvi di atomi degli oggetti con gli atomi dell’anima: non si può dunque cadere in errore.

Un altro strumento sono le prolessi, ossia i ricordi di sensazioni passate, grazie alle quali analizziamo ed inquadriamo le sensazioni presenti.

Scetticismo

Il principale esponente dello scetticismo è Pirrone di Elide.

Secondo gli scettici, non possiamo essere certi di quale sia la verità o la vera virtù, quindi non sappiamo se le nostre scelte etiche o le nostre credenze siano legittime. Di conseguenza, l’atteggiamento da seguire secondo gli scettici è l’epoché, ossia l’astensione da qualsiasi giudizio, morale o gnoseologico che sia.

Dal punto di vista etico, anche lo scetticismo dovrebbe portare all’atarassia, in quanto l’impossibilità di sostenere dogmi o perseguire obiettivi porterebbe all’assenza di passioni e alla conseguente serenità.

Queste erano le filosofie ellenistiche 😉
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