Galileo: Metodo scientifico

Galileo: Metodo scientifico

Tutti conosciamo Galileo come scienziato per le sue scoperte in campo fisico. Ma qual è, invece,  il suo maggior contributo alla filosofia? Senza dubbio l’ideazione del metodo scientifico. Vediamo insieme di cosa si tratta, come funziona e perché è importante.

 

L’importanza del metodo scientifico

L’individuazione del metodo scientifico è una tappa fondamentale nella storia della cultura umana perché segna il distacco tra scienza e filosofia. Prima della rivoluzione scientifica abbiamo sempre incontrato figure che si sono occupate di filosofia in toto, quindi anche di scienza: se pensiamo, ad esempio, ad Aristotele, sappiamo che nella sua trattazione si è occupato non solo di metafisica o di filosofia politica, ma anche di fisica in senso stretto, cercando di fornire spiegazioni logiche agli eventi del mondo. Se andiamo ancora indietro troviamo figure come Democrito, che vuole spiegare come sono composti gli oggetti e trova la sua teoria negli atomi, fornendoci una spiegazione chiara di come la sua idea possa funzionare. Una figura come Democrito si occupa di fisica, ma è da noi considerato un filosofo, perché i suoi studi non seguono il metodo scientifico, ma si basano solo su deduzioni logiche. 

Con la rivoluzione scientifica, invece, si delinea un metodo ben definito. Da questo momento in poi, soltanto le teorie dimostrate mediante questo metodo saranno considerate come teorie scientifiche, tutto il resto sono solo speculazioni. Avremo ancora figure che si occupano sia di filosofia che di scienza, ma le tratteranno come due discipline ben separate: non si considererà più la fisica come una disciplina filosofica, appunto perché necessita di un metodo differente. 

 

Il metodo di Galilei

Galilei suddivide il suo metodo in due momenti: 

  • il momento risolutivo è quello durante il quale si osservano i fenomeni, misurandoli in modo da avere degli elementi matematici sui quali si formula un’ipotesi, un’idea di quale possa essere la legge che li governa;
  • il momento compositivo consiste nella verifica della validità della legge tramite esperimenti, ossia la riproduzione artificiale del fenomeno stesso. 

Se la tesi è avvalorata dagli esperimenti, allora si può ritenere vera, altrimenti viene smentita e si cerca un’altra ipotesi. 

Ma come si giunge a formulare un’ipotesi? Secondo Galileo ci sono due strade:

  • La sensata esperienza, ossia l’osservazione mirata dei fenomeni, che risulta fondamentale per poter formulare ipotesi sensate. Questo è un procedimento induttivo, ossia un metodo di ricerca in cui si osservano i singoli fenomeni ed per ipotizzare una legge che li accomuni tutti (es. vedo che per cinque mattine di fila il pullman è in anticipo, deduco che lo sarà sempre, quindi mi presento prima alla fermata).  
  • Le necessarie dimostrazioni sono invece i ragionamenti logico-matematici che lo scienziato porta avanti partendo da una sua personale intuizione o supposizione. Si tratta di un procedimento deduttivo, perché parte da premesse generiche e giunge a formulare una tesi precisa. Un esempio è dato proprio da Galilei, con la formulazione del principio di inerzia: egli immagina un piano inclinato sul quale viene appoggiata una sfera di bronzo. Può intuire che essa inizierà a rotolare. Suppone poi che essa si trovi in condizione di assenza di attrito. Può dedurre che la palla rotolerà all’infinito, non avendo niente che la freni. In questo specifico caso, Galileo non può verificare la sua ipotesi con un esperimento in senso stretto, non avendo i mezzi per creare un piano inclinato infinito, né tantomeno per togliervi l’attrito, ma in altri casi nulla impedisce ovviamente di verificare tramite esperimento anche le ipotesi deduttive. In questo caso, la teoria dell’inerzia è avvalorata da questo esperimento mentale

Da ciò possiamo intuire che Galileo, nel dibattito tra induttivisti e deduttivisti non prenda una posizione radicale: egli crede che entrambi i metodi siano validi e necessari per la ricerca. Egli sostiene che le sensate esperienze presuppongano sempre le necessarie dimostrazioni, perché nel momento in cui si decide di osservare un fenomeno si ha già una vaga idea di dove cercare, si parte dando per scontato altre teorie; allo stesso tempo anche le necessarie dimostrazioni presuppongono le sensate esperienze, perché essendo noi immersi nel mondo, non possiamo negare che le nostre intuizioni possano emergere grazie all’osservazione dei fenomeni e che possano essere convalidate solo grazie a prove empiriche, a esperimenti.

 

Questo era il metodo scientifico secondo Galileo 😉
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