Ingegneria Genetica

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Amplificazione del DNA

Amplificare il DNA significa aumentarne la quantità. Questo può rendersi utile per esempio nell’ambito della ricerca, poiché a partire da una sola cellula si possono avere molte più copie dello stesso DNA su cui studiare, senza dovere intaccare tante cellule.

Ci sono più modi per amplificare il DNA:

  • PCR : reazione a catena della polimerasi. Consiste nel duplicare il DNA facendolo aprire e inserendo appositi primer e nucleotidi, da cui poi la polimerasi andrà a formare il nuovo filamento. Per aprire il DNA serve calore ma se scaldo la polimerasi si denaturalizza, e la denaturalizzazione degli enzimi irreversibile, non si potrebbe far duplicare il DNA in quanto non ci sarebbe più polimerasi a disposizione. Per risolvere questo problema si usa la Taq polimerasi (idea di Mully), cioè un tipo di polimerasi che viene dai batteri che riesce a resistere a temperature maggiori. Dunque ora posso usare il calore per aprire il doppio filamento di DNA a questo punto la Taq polimerasi duplica il DNA a partire dai primer e poi riabbasso la temperatura per permettere ai filamenti di DNA di richiudersi. (il cambiamento di temperatura è regolato dal TERMOCICLOTRONE).

 

 

  • PLASMIDI: I batteri sono procarioti, non hanno un nucleo e il loro DNA è composto da un solo cromosoma circolare e in più ci sono i plasmidi, cioè molecole di DNA chiuse ad anello in grado di duplicarsi automaticamente. Nei plasmidi ci sono piccole informazioni aggiuntive a quelle principali del cromosoma. I plasmidi vengono usati per l’amplificazione di un gene: si parte da enzimi di restrizione che tagliano il gene interessato da il DNA di una cellula. Con lo stesso enzima taglio anche il plasmide di un batterio. A questo punto metto insieme il gene e il plasmide, che avranno le stesse estremità appiccicose e quindi si uniranno. Ho ottenuto un DNA PLASMIDICO RICOMBINANTE. Rimetto questo nel batterio, ed esso verrà duplicato velocemente, in quanto i batteri si duplicano molto in fretta. Avrò quindi alla fine molte copie dello stesso gene in esseri viventi (a differenza di PCR in cui il gene è esterno). I batteri modificati con un gene possono essere utilizzati in svariati ambiti (vedi biotecnologie).
  • TRASCRITTASI INVERSA: i retrovirus hanno RNA e non DNA, e copiano il loro RNA in DNA grazie alla TRASCRITTASI INVERSA, per poi infettare le cellule (che hanno DNA e non RNA). I genetisti usano la trascrittasi inversa per trasformare l’RNA che estraggono dalle cellule (senza danneggiarle) in DNA. Poi scaldano per dividere il filamento di DNA da quello di RNA e buttano il secondo. Ho quindi cDNA (DNA complementare) ottenuto senza distruggere la cellula. La parte di DNA che ottengo è sicuramente codificante in quanto l’mRNA ha solo esoni.

 

Per inserire il DNA modificato nel DNA delle cellule interessate (es piante) uso dei VETTORI, che possono essere:

  • FAGI à virus infettano batteri ecellule con il DNA modificato
  • PLASMIDI à che dai batteri passano allealtre cellule quando le infettano
  • CROMOSOMI ARTIFICIALI à di lievito,che è un fungo e quindi infetta le altre cellule (riescono a trasferire pezzipiù lunghi di DNA)

 

Questi erano i sofisti ed il loro pensiero 😉
Speriamo tu possa aver trovato utile questo nostro articolo.
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