Proposizione interrogativa indiretta

Proposizione interrogativa indiretta

Sapete riconoscere una proposizione interrogativa indiretta?

Innanzitutto ricordate che la proposizione interrogativa indiretta è una subordinata complementare diretta.

Ma cosa significa esattamente? Significa che la trovate sempre retta da verbi che indicano domanda o dubbio ed è introdotta da pronomi, aggettivi o avverbi interrogativi come quid, quo, quando (questi introducono anche le proposizioni interrogative dirette).

Può essere inoltre introdotta da particelle (utilizzate anche per le proposizioni interrogative dirette semplici o disgiuntive) come num e -ne, che vengono tradotte semplicemente con “se“, o come nonne, che si traduce con “se non“.

il verbo della proposizione interrogativa indiretta si trova sempre al congiuntivo. Per la scelta del tempo vengono rispettate le regole della consecutio temporum.

Di seguito sono presentati alcuni esempi:

Videamus quid sit exilium.
(Rapporto di contemporaneità tra il verbo reggente e il congiuntivo presente della proposizione interrogativa)
Consideriamo che cosa sia l’esilio.

Ex te quaesivi num Quintum pridie vidisses.
(Rapporto di anteriorità tra il verbo della reggente e il congiuntivo piuccheperfetto della proposizione interrogativa)
Ti chiesi se il giorno prima avevi visto Quinto.


Ricordati che:

  • Nelle interrogative indirette disgiuntive è possibile che le particelle utrum e –ne (se) siano sottintese;
  • Nelle interrogative indirette disgiuntive quando l’alternativa è espressa con un semplice “o no”, viene utilizzata la forma necne

Questa era la proposizione interrogativa indiretta!  😉
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