Nascita della letteratura latina

Nascita della letteratura latina

Ti sei mai chiesto quando i Romani abbiano iniziato a interessarsi di letteratura?

Relativamente tardi: se infatti posizioniamo la nascita di Roma nel 753 a.C., non troviamo fonti dirette o indirette che ci suggeriscano che la letteratura romana sia iniziata prima del 240 a.C.

Per darvi un idea nel 240 a.C. i Greci stavano vivendo l’Ellenismo e avevano alle loro spalle diversi secoli in cui erano riusciti ad affinare le tecniche linguistiche e di metrica, oltre ad essere riusciti a sviluppare diversi generi, come ad esempio, elencandone solo alcuni, l’epica, la tragedia e la commedia, il dialogo, la storiografia, l’oratoria, il romanzo e la poesia.

Proprio così! La letteratura per svilupparsi nella penisola italica ci ha impiegato più o meno 500 anni.

Ma come è possibile questo ritardo e perché proprio nel III secolo a.C. è riuscita ad acquisire una certa importanza?

Per comprendere meglio il fenomeno sono importanti alcune coordinate storiche:

  • Le guerre puniche (dal 264 al 146 a.C. circa): sono tre guerre che vedono scontrarsi Romani e Cartaginesi. Vedono la sconfitta della potenza punica e del comandante Annibale e la presa di potere di Roma su tutta la penisola italica, la Spagna e parte delle coste africane.
  • Le guerre in Oriente (dal 200 al 150 a.C. circa): sono campagne militari portate avanti da Roma per contrastare l’espansionismo del re macedone Filippo V. Si concludono con la trasformazione della Grecia in provincia Romana.

L’espansionismo che derivò da questa serie di conflitti portò anche maggiori e più profondi contatti con i popoli conquistati, in particolare con i Greci. Questi rapporti potevano essere di tipo diplomatico, ovvero tra i legati delle due potenze durante le guerre d’Oriente, o contatti dovuti al numero sempre più ampio di prigionieri di guerra e schiavi provenienti dalla Grecia.

Molto spesso questi portavano con sé testi scritti di letteratura greca ed erano dotati di un buon livello culturale, alcuni erano persino letterati. Grazie a ciò avvenne un repentino processo di acculturazione e di assimilazione e traduzione dei testi greci. Si può notare infatti che i testi latini arcaici presentano quasi sempre caratteri emulativi nei confronti del patrimonio letterario greco.

I generi letterari che presero piede in un primo momento a Roma furono l’epica, la commedia e la tragedia, e successivamente l’oratoria e la storiografia. Motivo di interesse per questi generi era il fatto che si prestavano bene a raccontare le grandiose imprese di Roma.

Ciò che dev’essere chiaro è che i Romani, al contrario dei Greci, erano un popolo pragmatico più portato verso la guerra, la politica e il diritto. L’interesse che nasce nei confronti della letteratura non è dunque totalmente puro: la letteratura era infatti un potente mezzo propagandistico per fa conoscere la grandezza del popolo romano in tutto il Mediterraneo.

Gli elementi di originalità nei testi testi latini rispetto ai modelli greci sono sempre di carattere sociale: l’interesse dell’uomo romano di segnare costantemente il profondo legame con il concetto di utilità civile e sociale. I valori artistici ed estetici sono quindi subordinati a una superiore finalità educativa di ordine etico e politico.

Il primato dell’epica

Il poema epico fu il genere letterario che meglio rappresentò la nascente letteratura latina:

  • l’Iliade e l’Odissea erano già considerati nel mondo greco esperienze fondamentali e imprescindibili.
  • Si poteva collegare facilmente la nascita di Roma alle vicende di Troia grazie alle innumerevoli implicazioni locali (Enea).
  • Sorgeva la necessità di avere poemi “nazionali” e celebrativi.

Alcuni elementi caratteristici dell’epica:

  • Contenuto: può trattare sia storie mitologiche che fatti storici.
  • Forma: l’epica latina utilizza uno stile alto, solenne, che riecheggia le formule della lingua sacrale. il metro utilizzato è il saturnio, ma già con Ennio si passa all’esametro.
  • Finalità: politico-educativa, celebrare i trionfi di Roma e inculcare nei cittadini i valori fondanti della res publica.
Livio Andronico e l’Odysia

Livio Andronico, originario della colonia greca di Taranto, fu ridotto in schiavitù durante le guerre tarantine. Grazie alle sue conoscenze letterarie divenne liberto e lavorò a Roma sia come insegnante che come letterato. La sua prima opera teatrale è stata datata 240 a.C. Con Livio dunque nasce la letteratura latina.

Livio viene in particolare ricordato per la sua traduzione dell’Odissea in latino.

Non bisogna però intendere traduzione secondo il suo significato contemporaneo. Il vertere dei Latini infatti rappresentava “un’opera di relativa creazione, che spesso rivendica la sua autonomia rispetto all’originale”.

Il lavoro di Livio non è solo quello di tradurre da una lingua a un’altra, ma è anche quello di adattare l’opera al gusto romano dell’epoca compiendo una vera e propria metamorfosi dell’opera.

Vengono esposti di seguito quattro fattori sul perché abbia scelto l’Odissea:

  • Grande diffusione di leggende e tradizioni locali legate all’Odissea (Figli di Circe e Odisseo colonizzatori del Lazio, le imprese di Enea, padre di Roma);
  • Affinità del viaggio di Odisseo con quello di Enea;
  • Carattere avventuroso e romanzesco, che entusiasmava i Romani;
  • Odisseo rappresentava un ottimo modello per l’eroe romano (guerriero, sovrano legato alla patria e alla famiglia, abile e astuto parlatore)

Altri elementi di originalità sono:

  • modifica dei nomi di divinità greche (Musa diventa Camena nel proemio);
  • maggiore espressione dei sentimenti.

Per quanto riguarda lingua e stile:

  • viene utilizzata la lingua arcaica;
  • lo stile tende alla solennità tipicamente epica;
  • il metro utilizzato è il saturnio.
Gneo Nevio e il Bellum Poenicum

Gneo Nevio era un cittadino romano, nato probabilmente a Capua (275 circa a.C.). Partecipò alla prima guerra punica, che decise di raccontare successivamente in un opera epica.

Il Bellum Poenicum è infatti un poema epico di carattere storico monografico, che racconta quindi un solo evento (la prima guerra punica in questo caso). L’intento era sicuramente patriottico e propagandistico-celebrativo.

La trama segue due filoni principali:

  • un filone che narrava i fatti relativi alla prima guerra punica;
  • un filone dedicato al racconto di eventi mitici che riguardavano le origini di Roma (viaggio di Enea dopo la distruzione di Troia).

Riguardo la lingua e lo stile:

  • viene utilizzata la lingua arcaica (importanza alle figure di suono);
  • Per quanto riguarda lo stile dimostra un forte sperimentalismo;
  • Il metro utilizzato è il saturnio.
Quinto Ennio e gli Annales

Quinto Ennio si definisce con “tria cordia“, ovvero tre cuori, uno romano, uno greco e uno osco, riferendosi alla sua terra Natia, una località in Puglia.

Ennio studia forse a Taranto e partecipa alla seconda guerra punica. A Roma entra in contatto con la facoltosa famiglia degli Scipioni diventando amico persino di Scipione l’Africano.

Ha scritto innumerevoli opere ma in questo articolo verranno affrontati esclusivamente gli Annales, i quali mantengono il tono epico delle opere precedentemente presentate.

Gli Annales, che richiamano le registrazioni scritte dai pontefici ogni anno riguardo gli eventi della storia patria, narravano le imprese di Roma dalla sua fondazione, arrivando fino al 170 a.C. circa.

Si pensa constasse di circa 20 000 versi, anche se a noi sono arrivati solamente 600 versi, divisi in 18 libri.

Si notano forti dipendenze rispetto due modelli greci:

  • quello omerico, Ennio infatti viene definito da Orazio come alter Homerus (il secondo Omero) e il mitico poeta greco appare nel proemio dell’opera mentre consacra Ennio come suo erede. L’autore fa uso dell’esametro e di termini composti e costrutti formulari tipici dell’epica omerica.
  • quello ellenistico, nel proemio di mezzo sono presenti i forti riferimenti a Callimaco; inoltre Ennio eredita il ricco sperimentalismo linguistico e la tecnica narrativa vivacemente drammatica.

L’esaltazione della grandezza di Roma, dei valori del mos maiorum, delle virtù dei leader romani sono il fine narrativo di Ennio.

Per quanto riguarda lingua e stile si può notare:

  • Sono presenti arcaismi e parole composte secondo il gusto omerico;
  • utilizzo di forme di suono;
  • utilizzo dell’esametro.

Questa era la nascita della letteratura latina  😉
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