Fisica di Aristotele

Fisica di Aristotele

Qual è il ruolo di Aristotele come fisico? Cosa sono i luoghi naturali? Cosa significano le espressioni “in potenza” e “in atto”?

La fisica di Aristotele è una delle linee di pensiero che hanno maggiormente influenzato il pensiero occidentale e il nostro modo di approcciarci alla realtà e alla scienza. Siamo agli albori dell’età ellenistica, circa 1800 anni prima che venga inventato il metodo scientifico: la fisica è ancora una materia trattata dai filosofi mediante teorie deduttive. Di conseguenza, dobbiamo considerare che all’epoca queste teorie non erano considerate come mere congetture filosofiche, ma come vere e proprie teorie scientifiche.

L’altro motivo, forse ancor più rilevante, per cui la fisica aristotelica ha un’enorme importanza all’interno della storia del pensiero occidentale è il fatto che essa è stata considerata chiave scientifica di lettura del mondo non solo nell’epoca a lui contemporanea, ma anche per tutto il periodo medievale. La filosofia scolastica del Medioevo, infatti, considera la fisica aristotelica come canone imprescindibile di riferimento per qualsiasi studio sulla natura (così come altri testi di Aristotele in altri ambiti, ma di questo parleremo, con ogni probabilità, tra un paio di mesi).

La classificazione delle scienze

Per Aristotele, la base di ogni scienza è la logica. Le teorie logicamente formulate sono quindi incluse nella grande categoria delle scienze, che possono essere suddivise in due gruppi:

  • Le scienze teoretiche si occupano di ciò che è necessario (se non sai cosa significa “necessario” in senso filosofico scoprilo qui) e il loro scopo è la conoscenza fine a se stessa. Esse sono la fisica, la metafisica e la matematica.
  • Le scienze pratiche si dividono a loro volta in due sottogruppi:
    • Quelle pratiche in senso stretto si occupano di ciò che è possibile, il loro fine è l’azione. Si tratta della politica e dell’etica.
    • Quelle poietiche regolano la produzione. A seconda di cosa viene prodotto, parliamo di retorica se è un discorso, poetica se è un testo artistico, tecnica artigianale se è un manufatto.

La fisica detiene un’importanza particolare perché è, tra le scienze teoretiche, quella a cui possiamo approcciarci in maniera più immediata, in quanto studia il mondo esattamente come esso ci appare.

Le quattro cause

Secondo Aristotele, qualsiasi oggetto o evento è dato da quattro cause:

  • La causa efficiente è il principio motore che l’ha creato (es. se io modello un vaso, io sono la causa efficiente di quel vaso);
  • La causa materiale è la materia che compone l’oggetto (es. la causa materiale del vaso è la creta);
  • La causa formale è la forma, la configurazione dell’oggetto (es. la causa formale del vaso è che è a forma di vaso, largo e tondo);
  • La causa finale è lo scopo per cui tale oggetto è stato creato (es. la causa finale del vaso è contenere dei fiori).

La presenza di una causa finale è molto interessante, in quanto è espressione di una concezione finalistica da parte di Aristotele. Ogni singola cosa del mondo ha un suo proprio fine, diverso dalle altre (do you remember Idea del Bene? Ecco, il contrario), sia nel caso in cui si tratti di oggetti naturali, sia artificiali. La finalità è quindi un principio intrinseco nella natura stessa delle cose.

Il fatto che ogni cosa abbia delle cause implica l’esistenza del cambiamento. Esso può avvenire secondo quattro modalità, che si basano su quattro categorie:

  • Mutamento della sostanza -> generazione e corruzione;
  • Mutamento della quantità -> aumento e diminuzione;
  • Mutamento della qualità -> alterazione;
  • Mutamento del luogo -> spostamento.

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